Speciale: Claymore – New Edition, un manga dark fantasy notevole

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Speciale: Claymore - New Edition

Fresco di conclusione con la pubblicazione del ventisettesimo e ultimo tankōbon della nuova edizione, Claymore ha fatto appassionare i lettori con il suo connubio tra dark fantasy medioevale, dramma, orrore e violenza. Ri(scopriamo) insieme l’importante valore di questa opera pregevole, considerata il Berserk al femminile.

Il ritorno di un capolavoro dark fantasy

La nuova edizione di Claymore riporta alla ribalta uno dei manga dark fantasy di inizio anni Duemila. Creato da Norihiro Yagi e pubblicato originariamente tra il 2001 e il 2014 in patria e tra il 2005 e il 2015 in Italia, con un adattamento anime da parte di Madhouse nel 2007 mentre il manga era ancora in corso d’opera, Claymore ha saputo conquistare i lettori grazie a una storia avvincente, personaggi complessi e un’ambientazione cupa e brutale.

Questa New Edition rappresenta un’opportunità straordinaria per rivivere la storia di Clare e delle altre guerriere Claymore con una veste editoriale rinnovata, adatta sia ai fan di lunga data sia ai nuovi lettori. Il manga, infatti, si distingue per la sua atmosfera dark e il tratto distintivo del disegno, caratterizzato da linee affilate ed espressive che enfatizzano l’azione e l’emotività dei personaggi.

Cos’è Claymore? Breve panoramica della storia

Clare nelle prime tavole di Claymore

 

Claymore ci trasporta in un mondo medievale tetro e spietato, dove l’umanità vive nel terrore costante dei demoni chiamati Yoma. In questo scenario cupo emergono le Claymore, guerriere dalla forza sovrumana che prendono il soprannome per via dello spadone a due mani che portano con sé. Inoltre, gli abitanti dei villaggi le chiamano le streghe dagli occhi d’argento per via dell’insolito colore delle loro iridi. Create dall’Organizzazione attraverso un processo che fonde il corpo umano con i resti demoniaci degli Yoma, queste combattenti, tutte donne, camminano sul sottile confine tra umanità e mostruosità, rischiando costantemente di perdere il controllo e trasformarsi nelle stesse creature che sono destinate a cacciare. Tuttavia, proprio per queste peculiarità le Claymore sono a loro volta temute e discriminate dagli umani, visti i loro poteri innaturali.

L’opera di Norihiro Yagi segue le vicende di Clare, la guerriera numero 47 della sua generazione, e il plot si sviluppa attorno alla sua personale missione di vendetta, intrecciata con la complessa gerarchia di guerriere e le battaglie contro nemici sempre più pericolosi, tra cui i Risvegliati e gli Abissali, Yoma ed ex guerrieri (la prima generazione Claymore, infatti, era composta da soli uomini) e guerriere particolarmente potenti che hanno superato i limiti imposti dall’Organizzazione. Il manga è ricco di colpi di scena, combattimenti mozzafiato e una narrazione profonda che esplora tematiche come l’identità, il sacrificio e il desiderio di umanità.

Analisi dei personaggi chiave

Le Claymore dei Sette fantasmi

Uno dei punti di forza di Claymore sta nel ricco roster di personaggi ideati dall’autore. Nonostante ciò, ve ne sono quattro in particolare da cui prendono le mosse le vicende dell’intera opera, a partire da Clare, protagonista principale della serie, la quale incarna la complessità dell’universo di Claymore. La sua evoluzione da guerriera apparentemente debole a combattente formidabile rappresenta uno dei più riusciti archi narrativi del manga. La sua umanità, preservata nonostante le continue sfide e superamenti del limite, la rende un personaggio straordinariamente tridimensionale.

Ma Clare non sarebbe tale senza Teresa dal sorriso, altra figura centrale nella storia, che rappresenta l’apice della forza e della grazia delle Claymore, essendo la numero uno della sua generazione. Il suo rapporto con una giovane Clare definisce gli eventi cruciali della trama, esplorando temi come l’amore materno e il sacrificio. Alle due si contrappone Priscilla. Antagonista complessa e tragica, rappresenta ciò che le Claymore temono di diventare. La sua storia serve da monito sul pericolo del potere incontrollato e sulla sottile linea tra giustizia e vendetta ricoprendo, parimenti, il ruolo di villain principale nonché motivo della vendetta di Clare. Infine vi è Raki, un giovane umano che, salvato da Clare, decide di unirsi a lei nel suo viaggio. Egli rappresenta un elemento di umanità nel mondo brutale di Claymore e offre un punto di vista esterno sulla condizione delle guerriere. Tuttavia, sarà proprio lui a rendere Clare più “umana” dandole una motivazione per vivere.

Come accennato, il pattern di personaggi è davvero ampio e, per tale motivo, sarebbe un’impresa titanica offrire un excursus su tutte le guerriere e i comprimari, piacere che lasciamo al lettore che rimarrà sorpreso dalla caratterizzazioni univoche e dalle gesta di tutte le Claymore che si muovono nell’intero arco narrativo.

Tematiche e simbologie in Claymore: un’analisi approfondita

Ophelia in Claymore

A metà strada tra il battle shōnen e il seinen, Claymore non è solo un manga ricco d’azione, ma affronta anche tematiche complesse e universali che lo rendono un’opera profonda e riflessiva. Uno degli aspetti più rivoluzionari di Claymore, infatti, è l’empowerment femminile nonché la sua rappresentazione tramite delle donne guerriere. In un genere spesso dominato da protagonisti maschili, Norihiro Yagi crea un universo dove le donne non sono semplici personaggi di supporto, ma vere e proprie protagoniste della narrazione. Le Claymore sono forti, complesse e autodeterminate, pur mantenendo la loro vulnerabilità e umanità.

Ed è per questo che non è possibile non notare temi come l’identità e l’umanità volume dopo volume. Il manga esplora costantemente il concetto di identità attraverso le sue protagoniste: le Claymore vivono in uno stato di liminalità, né completamente umane né completamente mostri, e questo le sospinge verso la paura di perdere il controllo e trasformarsi. Questa condizione serve da metafora per esplorare temi universali come l’alienazione sociale (velata critica al fenomeno hikikomori) e la ricerca del proprio posto nel mondo.

Tutto ciò, però, si incrocia col desiderio di vendetta e la necessità di redenzione. La vendetta è un motore narrativo centrale in Claymore, ma l’autore va oltre il semplice racconto di rivalsa. Attraverso i suoi personaggi, l’opera esplora come la vendetta possa sia consumare sia motivare, e come la redenzione possa nascere anche dai propositi più oscuri. Il desiderio di Clare di vendicare Teresa, tuttavia, le permette di comprendere come la vendetta sia, in realtà, un’arma a doppio taglio che la porta a riflettere sul significato della propria esistenza.

La stratificazione tematica, però, non si ferma qui. Claymore affronta temi universali con una profondità che invita a multiple riletture, creando diversi livelli di interpretazione che arricchiscono l’esperienza di lettura: il concetto di umanità viene esplorato attraverso il paradosso delle Claymore, esseri ibridi che proteggono l’umanità pur venendo temute e ostracizzate da essa. Questo tema si manifesta in modi diversi, per esempio nel modo in cui le guerriere vengono chiamate “streghe” o “mezzi mostri” dagli stessi umani che proteggono, nella lotta interiore di ogni Claymore per mantenere la propria umanità mentre usa i propri poteri demoniaci, nel contrasto tra l’Organizzazione che le presenta come protettrici e il modo in cui le sfrutta come armi e poi nella capacità di alcune guerriere, come Clare e Teresa, di mantenere la loro compassione nonostante la loro natura ibrida.

Quest’ultimo aspetto, in particolare, alimenta la dicotomia tra destino e libero arbitrio che emerge nelle scelte dei personaggi di fronte a un sistema oppressivo. Questo si evidenzia particolarmente nella successiva ribellione di Miria contro l’Organizzazione, riflettendosi poi nella decisione di Clare di seguire le orme di Teresa, sfidando il suo destino prestabilito, così come la scelta di Jean di mantenere la sua umanità anche di fronte al risveglio imminente oppure il rifiuto di alcune guerriere di accettare il destino apparentemente inevitabile del risveglio.

Di pari passo, il manga tratta il tema del trauma con una sensibilità rara, mostrando diversi modi di affrontarlo: il trauma iniziale di Clare viene trasformato in forza motrice, mentre Priscilla resta intrappolata nel suo trauma infantile, fomentando in lei un moto perpetuo di odio e distruzione. Non è di meno l’elaborazione collettiva del trauma nelle sopravvissute della Guerra del Nord che sfocia, in parte, nel percorso di guarigione di Helen e Deneve attraverso la loro amicizia.

Ciò che emerge dalla storia di Claymore è il dover fare i conti con il prezzo del potere. Questo, infatti, ha il suo costo attraverso molteplici prospettive come il sacrificio fisico e mentale richiesto per diventare una Claymore, il rischio costante del risveglio come prezzo ultimo del potere, il costo emotivo del distacco dalla società umana, la corruzione morale dell’Organizzazione nel suo perseguimento del potere e, non di meno, la scelta consapevole di alcune guerriere di limitare il proprio potere per preservare la propria umanità per spezzare il ciclo della violenza così come accade nei sette anni che trascorrono dalla fine della Guerra del Nord. Eppure, la natura ciclica della violenza dirompe in maniera continua in Claymore e la possibilità di interromperla sono temi ricorrenti che si manifestano nella storia di Teresa e Clare, dove l’amore “filiale” e “genitoriale” reciproco spezza il ciclo di solitudine. Al tempo stesso, il contrasto tra la vendetta di Clare e il suo graduale sviluppo di legami più profondi alimenta la scelta di alcune Claymore di proteggere anziché vendicarsi, senza dimenticare per ultimo ma non meno importante il modo in cui l’amicizia e la sorellanza offrono un’alternativa al ciclo di violenza e isolamento.

Questi temi si intrecciano creando una narrazione complessa che va oltre il semplice racconto di battaglie e mostri. Claymore utilizza il suo setting dark fantasy per esplorare questioni profondamente umane, rendendo ogni rilettura un’opportunità per scoprire nuove sfumature e significati.

Il body horror come metafora

Clare di fronte a Jean risvegliata

Una delle particolarità di Claymore consiste nella sua amalgama di generi, tra cui quello del body horror. Nel manga, esso non è mai fine a se stesso, ma si configura come un potente strumento narrativo per esplorare trasformazione, identità e alienazione. L’opera di Norihiro Yagi utilizza la metamorfosi corporea per affrontare il conflitto interiore delle protagoniste.

Le trasformazioni fisiche in Claymore riflettono una costante tensione tra la natura umana e quella mostruosa. Il corpo delle guerriere diventa un campo di battaglia in cui si scontrano volontà e istinto, ragione e pulsione. Il rischio di perdere se stesse è sempre presente: il “risveglio” delle guerriere non è solo un cambiamento estetico, ma una manifestazione viscerale della perdita della propria identità. Ogni trasformazione rappresenta il pericolo della corruzione interiore, un riflesso della fragilità dell’anima che può soccombere alla bestialità. Le cicatrici e le mutazioni non sono solo segni di combattimenti passati, ma marchi indelebili di un’esistenza segnata dall’ibridità e dall’eterno conflitto tra ciò che si era e ciò che si rischia di diventare.

Il corpo come prigione, guarigione e rigenerazione

Miria del miraggio e altre Claymore

Il manga esplora anche il concetto del corpo come una gabbia in cui le protagoniste sono intrappolate. Le Claymore combattono quotidianamente per mantenere il controllo sulla loro parte Yoma, temendo il momento in cui il fisico tradirà la volontà. La trasformazione parziale rappresenta questa lotta interiore: più potere significa avvicinarsi alla bestialità, e l’equilibrio tra forza e coscienza diventa un limite sottile e doloroso. Il dolore fisico delle mutazioni riflette il tormento psicologico delle guerriere, condannate a un’esistenza in cui la loro stessa natura le respinge sia dagli umani sia dai mostri. L’irreversibilità della loro condizione è un simbolo potente: non possono tornare umane, il loro cambiamento è definitivo, come lo è il peso delle scelte e dei sacrifici compiuti.

Le trasformazioni corporee in Claymore, dunque, non si limitano a essere mero orrore visivo, ma diventano anche un potente commento sociale. Gli Yoma mantengono spesso una forma umana ingannevole, rappresentando l’idea che il vero mostro può celarsi dietro sembianze familiari. Le guerriere, al contrario, pur proteggendo l’umanità, vengono temute e discriminate per la loro natura ibrida. La paura del diverso, del corpo che muta e si distacca dall’accettabile, si riflette nella reazione della società nei confronti delle Claymore. La loro bellezza algida e innaturale le rende creature affascinanti ma inquietanti, simbolo di una mostruosità contenuta e pronta a esplodere.

Per tale motivo il body horror in Claymore assume una dimensione ancora più forte se considerato in relazione al corpo femminile. Le guerriere sono soggette al controllo dell’Organizzazione, che le trasforma e le usa come strumenti di guerra, esattamente come una società patriarcale tende a controllare e disciplinare i corpi femminili. La loro trasformazione rappresenta sia il trauma della violenza subita sia una forma di empowerment: diventano più forti, ma a un prezzo altissimo. La dualità bellezza/mostruosità delle Claymore è una riflessione sulla percezione della femminilità nella società, dove la forza fisica e l’indipendenza spesso vengono viste con sospetto o addirittura timore.

Nonostante l’orrore corporeo che permea Claymore, il manga introduce anche il tema della guarigione come metafora della resilienza. Le guerriere possiedono la capacità di rigenerarsi, ma il processo è doloroso e lascia segni indelebili. Questa caratteristica rappresenta la capacità di sopravvivere e adattarsi, trasformando il dolore in una nuova forma di forza. Il controllo sulla propria trasformazione diventa un simbolo di autodeterminazione, mentre le cicatrici permanenti ricordano il prezzo della sopravvivenza e la memoria delle esperienze vissute.

Perché leggere Claymore – New Edition oggi

Teresa risvegliata affronta Priscilla

In un periodo storico ed editoriale in cui il dark fantasy è più popolare che mai, Claymore mantiene una sua unicità distintiva. A differenza di opere come Berserk del compianto Kentarō Miura (con il quale condivide influenze e atmosfere orrorifiche e molto violente, così come la storia di vendetta) o L’attacco dei giganti, Claymore offre una prospettiva unica sulla guerra tra umani e mostri, concentrandosi sulla sottile linea che separa i due.

Claymore si distingue per una narrazione matura e ponderata che affronta temi oscuri e violenti senza mai scadere nel sensazionalismo gratuito. La violenza, quando presente, serve sempre uno scopo narrativo preciso: illustrare la brutalità del mondo, evidenziare la lotta interiore dei personaggi o sottolineare il peso delle loro scelte. Norihiro Yagi costruisce le scene più crude con una sensibilità che le rende potenti strumenti narrativi anziché semplici elementi shock. Questo approccio maturo alla narrazione permette di esplorare temi complessi come la perdita dell’umanità e il prezzo del potere con una profondità raramente vista nel genere.

A potenziare tutto questo, ci pensano il worldbuilding nonché la lore eccezionale dell’opera. Il mondo di Claymore, infatti, è costruito con una precisione e una coerenza che lo rendono incredibilmente immersivo. L’autore ha creato un universo dove ogni elemento ha il suo posto e la sua ragion d’essere: l’Organizzazione che crea e gestisce le Claymore ha una struttura gerarchica ben definita, il sistema di classificazione delle guerriere (dalla numero quarantasette alla numero uno di ogni generazione) crea dinamiche sociali e di confronto interessanti, la geografia del mondo narrativo influenza direttamente le strategie di caccia e sopravvivenza, l’economia delle città e dei villaggi ruota realisticamente intorno alla minaccia degli Yoma e, infine, le leggende e il folklore locale arricchiscono la mitologia dell’universo della storia.

Caratteristiche, queste, che vanno a beneficio dei personaggi femminili decisamente multidimensionali. Le guerriere di Claymore vanno ben oltre gli stereotipi comuni dei personaggi femminili nei manga. Ogni Claymore ha una personalità distintiva, motivazioni complesse e un proprio arco narrativo significativo come, per esempio, Clare che sfida le convenzioni della protagonista tipica, partendo come la più debole per poi rivelarsi, man mano che la narrazione avanza, quella più resiliente e forte, così come le future compagne d’armi di quest’ultima portano in scena una eterogeneità sublime: Jean incarna la lealtà e l’onore senza perdere la sua individualità, Helen porta umorismo e leggerezza senza diventare un semplice comic relief, Miria rappresenta la leader strategica che mette in discussione lo status quo, Deneve rappresenta l’evoluzione del guerriero stoico, trasformando il suo iniziale desiderio di morte in una profonda comprensione del valore della vita, Galatea mostra come la forza possa coesistere con la compassione. Le loro interazioni creano dinamiche ricche e realistiche, mostrando come la sorellanza e il supporto reciproco possano esistere anche in un mondo spietato.

A far da cornice al notevole contenuto tematico, ci pensano le coreografie di combattimento alquanto innovative. Le scene d’azione in Claymore sono veri e propri capolavori di dinamismo e tensione. E Norihiro Yagi, nonostante nei primi numeri presentasse un tratto leggermente confusionario nelle scene di battaglia, eccelle nel creare sequenze di combattimento fluide e comprensibili, utilizzando inquadrature e tavole che enfatizzano la velocità e la potenza dei colpi integrando, di pari passo, elementi sovrannaturali senza perdere il senso di peso e impatto fisico mantenendo, così, l’equilibrio tra spettacolarità e credibilità. Ogni battaglia racconta una storia dentro la storia, rivelando aspetti dei personaggi attraverso il loro stile di combattimento e le loro scelte tattiche.

L’eredità di Claymore: un’opera da riscoprire

Clare in Claymore

A distanza di anni dalla sua prima conclusione e dopo questa “nuova conclusione”, Claymore continua a essere un punto di riferimento nel panorama del dark fantasy giapponese, mantenendo inalterata la sua capacità di affascinare e far riflettere i lettori. Con la sua narrazione intensa e drammatica, i suoi personaggi sfaccettati e le profonde tematiche che affronta, l’opera di Norihiro Yagi si distingue come una delle più significative del suo genere.

La New Edition non è solo un’occasione per rivivere questa storia straordinaria, ma anche un’opportunità per i nuovi lettori di scoprire un manga che ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Per chi ama storie avvincenti, personaggi memorabili e riflessioni profonde sulla natura dell’umanità, Claymore rappresenta un viaggio imperdibile, capace di emozionare, commuovere e far riflettere a ogni rilettura fino al suo tanto iconico quanto nostalgico finale.

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