Recensione The Accountant 2: un action fraterno tutto da scoprire

Tra i più visti nella classifica di Amazon Prime Video, The Accountant 2 è il sequel del primo capitolo uscito nel 2016. Tra introspezione, momenti da buddy movie e azione esplosiva, questo seguito non delude le aspettative e si rivela una spanna sopra al predecessore. La nostra recensione di un action fraterno tutto da scoprire.
La trama
Christian Wolff (Ben Affleck), contabile forense autistico, viene richiamato in azione dopo l’omicidio dell’ex direttore della FinCEN, Ray King (J.K. Simmons) il quale, prima di rimanere ucciso, ha annotato un messaggio sul braccio: “Trova il contabile”. A occuparsi delle indagini è l’attuale direttrice della FinCEN Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson) che chiede aiuto a Christian una volta rintracciato. Quest’ultimo, a sua volta, chiede il supporto a suo fratello minore, Braxton (Jon Bernthal), che non vede da otto anni. Scavando a fondo, i tre si trovano a smascherare una rete di traffico di esseri umani.
Un action-thriller che porta in scena fratellanza e neurodiversità
Difficile, oggi come oggi, imbattersi in un sequel che mantenga fede alle aspettative, ancor di più se, questo, spezza la cosiddetta “maledizione del seguito” dimostrando di essere una spanna sopra al materiale di partenza. Gavin O’connor, già regista del primo film, con The Accountant 2 ci riesce alla perfezione e nonostante la natura di action-thriller, porta in scena anche un certo impegno per quanto concerne le tematiche in esso intrinseche.
Se già The Accountant (disponibile su Amazon Prime Video) nel 2016 ha posto al centro della storia un anti(eroe) come Christian Wolff, genio matematico con l‘asperger che, in realtà, cela un addestramento degno delle forze speciali, questo seguito amplia l’analisi e la riflessione sulla condizione autistica del protagonista. A emergere, è un delicato e mai morboso ritratto di un uomo con capacità fuori dall’ordinario e tante fragilità emotive, queste ultime che si riversano involontariamente sui rapporti sociali e comunicativi con il prossimo.
L’esempio lampante è il rapporto complicato tra i due fratelli protagonisti, ossia Christian e Braxton (questo conosciuto già nel primo film), che si rivela essere il cuore pulsante della narrazione di The Accountant 2. Tra momenti umoristici (che stemperano la componente thriller) e sentimenti non detti, Christian riesce a uscire dal proprio guscio, aprendosi al prossimo e a suo fratello, riallacciando un rapporto complice e carico d’affetto a lungo bramato ma mai espletato.
Una rilettura del buddy movie ma con tematiche sociali scottanti
Procedendo lentamente per addizione lungo i 134 minuti che lo compongono, tra confessioni e dimostrazioni di affetto The Accountant 2 reinterpreta il buddy movie. Mescolando toni più soft a quelli più cupi e impegnativi, alternandoli tra accesi scambi di battute tra fratelli e colpi di testa come scazzottate in un locale country di Los Angeles e una vera e propria detention non autorizzata dalla legge (magnifica la scena del motel e tutto ciò che ne consegue), The Accountant 2 dimostra di essere un prodotto ibrido che riesce a far convivere, in maniera equilibrata, tanto una componente ludica quanto un’altra prettamente impegnata.
Infatti, in questo sequel non mancano certe tematiche sociali scottanti come il traffico di umani, la corruzione istituzionale e lo sfruttamento dei migranti che emergono, senza filtri alcuni, come questioni reali e grigie che rendono la componente thriller mai come ora dal taglio alquanto attuale, quasi a essere una eco, il riflesso speculare delle recenti scelte governative della presidenza a stelle e strisce.
Equilibrio tra azione e introspezione
E il punto forte di The Accountant 2 sta proprio in questo: nell’aver dato vita a un equilibrio tra introspezione e azione. Se da un lato abbonda di dialoghi e momenti sopra le righe, dall’altro lato non mette da parte la sua indole action prima centellinandola con fulminei e brevi assaggi e, poi, facendola detonare al massimo della potenza negli ultimi venti minuti, tra intense sparatorie perfettamente coreografate e inseguimenti che alternano massicce dosi di adrenalina a sprazzi di introspezione facendo sì che, Christian e Braxton, si riconoscano l’uno nell’altro come un tutt’uno, un due che diventa uno ma agisce come due, purtuttavia pensando in sincrono.
Merito di una sceneggiatura scritta con i giusti crismi, di una regia sicura e di un cast ritrovato (oltre ad Affleck e Bernthal, J.K. Simmons e Cynthia Addai-Robinson erano già presenti in The Accountant), quest’ultimo fondamentale per il giusto affiatamento attoriale in scena, The Accountant 2 è più di un divertissement poiché si conferma un action-thriller intimista, ragionato e riflessivo su tematiche coeve.

Divoratore accanito di film, serie TV, libri e manga, ama gli anime (su tutti, Neon Genesis Evangelion) e i videogame, senza dimenticare la sua passione per la montagna. Autore di diversi saggi monografici, è un consulente editoriale con esperienza decennale, fotografo freelance e redattore per differenti siti web.